Tanti auguri settantenne!

I giovani di oggi non hanno rispetto alcuno per gli anziani. Troppo facilmente dimenticano che le persone della terza età hanno trascorso una vita di sacrifici e di peripezie varie. Un lungo percorso pieno di gioie e dolori, scelte azzeccate e sbagli imperdonabili. Anche gli anziani hanno vissuto la loro adolescenza, hanno commesso i loro errori di gioventù e l’istinto, si sa, a volte spinge a fare nefandezze di cui ci si pentirà per tutta la vita. Il tempo non deve per questo far perdonare ogni crimine, ma dovrebbe far riflettere tutti sul perché determinate scelte vennero fatte in passato.

Oggi voglio fare gli auguri a una splendida vecchietta, L. , una settantenne ancora arzilla e birichina che a ogni compleanno viene osannata e bistrattata. Una dolce anziana che vorrebbe essere ricordata solamente per aver cercato di unire i suoi genitori, che per anni si erano fatti la guerra contro. Sa bene la nostra amica che per farla venire alla luce venne sparso troppo sangue ma pensava, povera lei, che i suoi primi gemiti e sorrisi avrebbero unito i suoi “vecchi”.

Il candore della bimba non riuscì tuttavia a compattare la famiglia. Famiglia cattolica la loro, il divorzio era un tabù, era come se i genitori vivessero da separati in casa. L. venne addirittura rinnegata dal padre, sicuro che fosse la figlia dell’adulterio della madre con un soldato georgiano. Ogni anno poi, quando si doveva festeggiare il compleanno della piccina, si veniva alle mani. Chi la tirava per un braccio, chi per l’altro, chi la baciava e chi le negava il saluto. Nessuno sa come sia sopravvissuta, mentre le amichette sparse qua e là nel mondo ottenevano regali da mille e una notte. Passavano gli anni, L. cresceva ma era triste. Guardava con invidia le amiche che si facevano sempre più belle mentre lei non poteva pronunciare il suo nome senza venire insultata. Come se non bastasse i genitori vennero a mancare in un tragico incidente ferroviario negli anni ’70. A oggi non si sa ancora di chi fu la colpa. C’è chi dice che la madre fosse drogata, chi sostiene che il padre fosse ubriaco e chi pensa che ci fosse lo zampino dello Stato. Alcuni invece affermano che la giovane L. avesse manomesso il motore della vecchia utilitaria, che si fermò caso strano proprio in quel dannato passaggio a livello…

L. crebbe nella solitudine più nera. Nessuno le si avvicinava e la sua bellezza rimaneva chiusa e sigillata nella sua candida anima. Non c’era Tinder a quei tempi e L. divenne una zitellaccia a tutti gli effetti. Gli anni passavano e venivano scanditi dai suoi compleanni. I litigiosi genitori non c’erano più, ma il resto della famiglia rinnovava ogni 12 mesi i fasti di quelle diatribe, chi osannandola e chi insultandola, gettandole ancora la colpa del tragico incidente…

Così la nostra L. è arrivata ai giorni di oggi. Ha visto gli uomini sbarcare sulla luna e 13 edizioni del Grande Fratello, ha pianto quando crollò il Muro di Berlino così come quando venne eretto quello tra Israele e Palestina. Tutto questo sempre da sola!

Cara la mia vecchietta, per i tuoi settanta anni è ora che venga festeggiata nel migliore dei modi. I tuoi genitori ormai appartengono al passato mentre il candore che porti in grembo è eterno!

Auguri Liberazione!

liberazione

*Dedicato a Chiara, una splendida cocciuta che mi ha insegnato che nella vita bisogna credere negli ideali, quelli veri, costi quel che costi.

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