Era da troppo tempo che lo tenevo per me, che non riuscivo a esternare la mia trasformazione in questi ultimi 25 anni, che sopprimevo una vocina stridula che mi diceva di gridarlo al mondo intero.
Finalmente è arrivato questo momento e non nego che le circostanze esterne abbiano accelerato questo processo. Ebbene sì, da ragazzo sono stato un bullo, o meglio un bulletto di periferia, forte con i deboli e debole con i forti. Chi mi conosce nella vita reale sa bene che la mia statura non potesse farmi ambire a ruoli più alti nelle “gerarchie bullistiche”, ma proprio per questo come una gran carogna ho deriso pubblicamente alcuni amici e compagni non conformi a generi e orientamenti sessuali che ritenevo “giusti” secondo la dottrina imperante allora nel mio cervello bacato.
Perché fare outing proprio ora? Beh le polemiche sul Ddl Zan mi hanno fatto pensare cosa sarebbe successo se 30 anni fa mi fosse stata impartita un’educazione volta al rispetto di ogni tipo di sesso, genere, orientamento e identità sessuale e sulla disabilità.
Non mi posso lamentare dell’educazione ricevuta, anzi sono contento di aver incrociato alcuni professori che hanno fatto veramente il loro lavoro in maniera esemplare, insegnandomi a vivere e a farmi delle domande più che a darmi delle risposte. Certo è che la generazione dei miei insegnanti e quella dei miei genitori è nata e si è formata, per fare un esempio, in un periodo cui il delitto d’onore e il matrimonio riparatore erano delle cose normali, soppressi dal Codice Penale solo nel 1981, due anni prima nella mia nascita.
Fatto sta che tutto ciò non abbia evitato che il sottoscritto fosse intorno ai 14-15 anni una piccola iena. Da un certo punto di vista sono contento di aver fatto questo percorso nutrendo il mio cervello bacato negli anni di incontri, persone, letture, viaggi e quant’altro ma nonostante tutto aver ferito delle persone per la propria identità è una macchia indelebile che rimane. Avviso per i naviganti, questo post non è certo per fare il figo, anche perché il mio cammino non è ancora finito.
Al netto delle polemiche sulla libertà di pensiero che il Ddl Zan minerebbe, stucchevoli a mio parere in quanto il Ddl sembrerebbe decisamente più garantista di altre simili normative europee, torno alla scuola, perché guardo al futuro, il presente è ormai già compromesso anche grazie a discutibili personaggi con arraffati disegni di legge.
I tempi cambiano e i sistemi educativi devono aggiornarsi se ci teniamo ad evolvere nel senso stretto del termine. Ricordo per esempio che ho avuto le mie prime lezioni di inglese a 14 anni e nonostante gli sforzi della professoressa Assunta per farmelo entrare in testa quando sono sbarcato in Germania 11 anni fa parlavo inglese come Renzi, alcuni amici ancora mi prendono per i fondelli, giustamente dico io. Da un bel po’ di tempo l’inglese si insegna nelle scuole dalla primaria se non sbaglio e ho notato questo cambio di passo quando mi capita di parlare all’estero con compatrioti ventenni, hanno decisamente un’altra marcia, almeno sulla lingua della perfida Albione.
L’articolo 7 del Ddl Zan istituirebbe la Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia. Giornata nella quale amministrazioni pubbliche e scuole nel rispetto dei piani di offerta formativa e senza nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica sono invitate a organizzare cerimonie e incontri di sensibilizzazione.
Spero proprio che i miei nipotini sparsi in tutta Italia abbiano la possibilità di festeggiare tra qualche anno questa festa. Probabilmente capirebbero da piccoli che l’amore non ha confini ed eviterebbero di diventare delle piccole carogne come il sottoscritto.
Dulcis in fundo chiedo pubblicamente venia a tutti coloro che ho offeso in vita per la propria identità. A tutti meno che ai tifosi della Roma, come detto il cammino non è ancora finito 😉
*Dedicato a tutti coloro che odiano chi ama secondo i propri canoni e non i loro. Vi auguro che possiate amare il prossimo anche voi un giorno.