Morire sotto tortura, nel 2016, nell’altro lato del Mediterraneo.
Reazioni della classe politica? Timidissime, molte quelle retoriche.
Reazione dell’opinione pubblica? Chi ce l’ha mandato in Egitto, poteva starsene a casa sua.
Continua a leggereMorire sotto tortura, nel 2016, nell’altro lato del Mediterraneo.
Reazioni della classe politica? Timidissime, molte quelle retoriche.
Reazione dell’opinione pubblica? Chi ce l’ha mandato in Egitto, poteva starsene a casa sua.
Continua a leggere25 novembre 2020, ore 19:07
Dopo 10 ore in coma a letto per un presunto Covid mi sveglio e guardo il cellulare con un volto frastornato e un alito diversamente profumato. Tra un “Come ti senti?” e un “Falla finita, lavoratore!” arrivo al dodicesimo whatsapp e leggo qualcosa che non avrei mai voluto leggere, non quel giorno ubriaco dopo 1kg di paracetamolo… “È morto Maradona!”.
Continua a leggereLa mia quarantena in quel di Barcellona volge quasi al termine ed è tempo di fare un bilancio.
Come è andata?
Alla grande! Nonostante viva da solo ho avuto la fortuna di passarla in compagnia. Un amico ospitato per alcuni giorni pre-lockdown è diventato un ottimo compagno di baloccate casalinghe in questo pazzo periodo.
75 anni.
Malata cronica del peggiore di tutti i mali, la stupidità umana.
Come se non bastasse quest’anno ci si è messo di mezzo anche il COVID-19 a destabilizzare le condizioni precarie della nostra paziente 0.
Passare la quarantena da soli a casa può essere un’ottima occasione per conoscere se stessi. Se però scopriamo di farci schifo dopo solo 10 minuti magari è meglio giocare di anticipo per la prossima quarantena.
Estate, tempo di ferie, ospitate al Papeete e letture sotto l’ombrellone. Approfitto di questo periodo per segnalare un libro uscito ormai due anni fa, ognuno ha i suoi ritardi. Non sono un critico e scrivo come i cani, forse proprio per questo mi piace parlare dell’opera prima di un amico che scrive in modo sublime con una padronanza di linguaggio, dal salentino all’inglese, ineguagliabile.
Adoro gli addii, al meno dal punto di vista geografico. Perché ogni addio precede un nuovo inizio, una ripartenza da zero. Dopo 3.227 giorni ho lasciato Düsseldorf, la Germania e un pezzo di cuore. Una decisione prolungata e sofferta, come in qualsiasi soria di amore, di cui oggi sono più che mai convinto.
Da piccolino ogni anno con l’approssimarsi delle feste natalizie accompagnavo mia nonna dal medico di famiglia.
Ci sono momenti nella vita di ognuno in cui le certezze vengono meno. Attimi in cui tutto quello in cui si ha creduto per anni si sgretola e ci si trova nudi di fronte alla realtà delle cose.
“Quali tra le seguenti 8 caratteristiche sono più importanti per essere considerati italiani?”
Silenzio assordante. A differenza di tante altre persone era un po’ che non mi ponevo questa domanda. Due giorni fa ho avuto il piacere di essere intervistato da una grandissima amica per un’indagine statistica. Tema? Immigrazione.