Tempo di elezioni in tutta Europa. Hollande ha spodestato Sarkozy, riportando i socialisti all’Eliseo 17 anni dopo Mitterand, mentre la Merkel ha ottenuto una striminzita maggioranza relativa nello Schleswig-Holstein, in attesa del voto della prossima settimana in Nord Reno Westfalia (il Land più popolato della Germania e nel quale il sottoscritto vive). In Grecia la sinistra e i neonazisti sembrano aver fatto saltare il banco, dimezzando i voti dei partiti pro euro …
In Italia quasi 10 milioni di cittadini sono chiamati al voto per rinnovare oltre 900 consigli comunali. Come ogni elezione domani sera ogni partito salirà sul carro del vincitore, da sinistra a destra, dalla lega ai marxisti leninisti. In qualsiasi modo andrà a finire nel belpaese, colgo l’occasione per marcare una differenza che ci distingue da Francia e Germania.
Tre settimane fa mi trovavo a Parigi, alla vigilia del primo turno delle elezioni presidenziali. Nonostante si trattasse di votazioni particolarmente sentite, la Ville Lumiere mi era sembrata piuttosto indifferente al voto. La risposta ai miei dubbi è arrivata il giorno della mia partenza, quando ho visto alcuni manifesti elettorali.
Abituato a centinaia di cartelloni sovrapposti e città italiane invase di volantini questa sobrietà parigina mi ha particolarmente colpito. Stesso discorso per il Nord Reno Westfalia. A 6 giorni dalle elezioni, a Düsseldorf si vedono mega manifesti in alcuni spazi adibiti ad hoc e qualche altro cartellone in strada, ma l’atmosfera è decisamente più sobria.
Parafrasando Enzo Biagi mi viene da dire “La democrazia è fragile, e a piantarci sopra troppi manifesti si sgretola”