Chi mi conosce lo sa, sono europeista fino al midollo. Non lo sono sempre stato, o per lo meno non così tanto. A 15 anni pensavo più a Ronaldo e alla Bellucci che al Manifesto di Ventotene, l’anima di Spinelli mi perdoni.
A 24 anni ho avuto la fortuna di passare 5 mesi memorabili a Barcellona, ¡Erasmus amigos!, in cui mi sono reso conto che a Perugia e Roma non ci sono le Colonne d’Ercole, e che il mondo è pronto ad accoglierti a braccia aperte. Si, anche a te! 5 mesi in cui ho avuto la fortuna di conoscere persone straordinarie che sono e saranno amici per tutta la vita, non c’è distanza che tenga. Amicizie, più forti e più fruttuose di qualsiasi trattato comunitario, che sono le radici delle nuove generazioni di europeisti con una visione in mente, un’Europa federata che superi i confini e le gelosie nazionali. Radici che sono più robuste e durature del vento nazionalista di questi tempi. Perché sulla paura dell’altro e del diverso si potranno vincere elezioni, creare regimi e offuscare i cervelli di milioni di persone, ma il cuore no, quello si alimenta di pietanze più succulente. Come dice la mia celeberrima guida spirituale, l’amore vince sempre sull’odio.
P.s.
Questo post si autodistruggerà quando Salvini vincerà le prossime elezioni.
*Dedicato a mia madre e a tutte le madri di espatriati. Ci avete portato in grembo per nove mesi, allattato, cambiato pannolini nauseabondi, nutrito, coccolato, cresciuto, confortato, educato e… visto partire all’estero alla prima occasione buona, alla faccia della riconoscenza! #MeritateDiPiù