Napalm51 e la nostalgia del cesto di Natale

Da piccolino ogni anno con l’approssimarsi delle feste natalizie accompagnavo mia nonna dal medico di famiglia.

Motivo? Ovvio, fare gli auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo e recapitare al buon Costantino il cesto omaggio per essersi preso cura della mia famiglia negli ultimi 12 mesi. Un rito pagano che ho iniziato a rinnegare nella mia turbolenta adolescenza anarchico-insurrezionalista; per quale motivo bisognava omaggiare il medico per aver svolto il lavoro per il quale veniva già stipendiato? Perché non si faceva lo stesso per il metalmeccanico che aveva assemblato la Panda o il bracciante che aveva colto pomodori tutta l’estate sotto il sole cocente?

Oggi, 30 anni dopo, comincio a rimpiangere quei tempi andati (o no?), ultimi lasciti forse della cultura popolare della generazione della guerra. Di quella generazione, soprattutto nei paesi come il mio, che ha sgobbato tutta la vita per offrire un futuro migliore ai propri figli, magari chiedendo un aiutino per piazzare il figlio da qualche parte, mantenendo comunque in qualche modo un rispetto per le Istituzioni, il Dottore, l’Avvocato e tutte quelle personalità rigorosamente in maiuscola che, soprattutto nei paesini, rappresentavano la conoscenza e l’autorità. È arrivato quindi il ’68, che gran parte di queste Istituzioni ha stravolto, ma soprattutto si sono affermate le generazioni del dopo guerra (baby boomers e generazione X) che hanno istituzionalizzato la raccomandazione e la corruzione a ogni livello alla faccia della meritocrazia. Sempre per i figli, non mi si fraintenda, ma solo per i propri che dovevano essere aiutati di più e più sfacciatamente di quelli degli altri.

Quindi si è arrivati alla mia di generazione, quella dei Millennials, quella che più di ogni altra ha avuto accesso a una formazione accademica di medio-alto livello e ha accorciato ancor di più le distanze tra il Dottore & l’Avvocato e il resto della società civile. Nonostante ciò, proprio in questi ultimi anni, di fronte a un teoretico innalzamento della tasso di scolarizzazione e alfabetizzazione, abbiamo assistito a un imbarbarimento del linguaggio e un’impennata della violenza verbale, soprattutto per l’uso spropositato e difforme dei social media come valvola di sfogo di disagi personali e/o sociali.

Puttana! Muori infame! Spero che ti stuprino!

Sarà la crisi o il caldo di questa estate, o forse meglio una classe politica che marcia sul marcio, il mondo di oggi è popolato di Napalm51 pronti a dissacrare e massacrare qualsiasi autorità e conoscenza in nome della critica fine a se stessa a professoroni, climatologi o virologi o economisti di turno. Viva il libero accesso all’informazione e la trasparenza di qualsiasi processo della pubblica amministrazione ma, per cortesia, informiamoci prima di vomitare sentenze e, se non si ha nulla da dire, meglio lasciar parlare chi ha studiato per anni il tema del giorno.

Io da buon nostalgico tornerò a portare il cesto dal medico questo Natale, Costantino aspettami!

* Ogni riferimento a generazioni, aiutini e raccomandazioni è puramente fattuale. Non me ne vogliano Baby Boomers e Generazione X, non penso che la mia sia una generazione migliore, anzi. Mi auguro che la prossima sia migliore delle precedenti e che soprattutto trasformi la rabbia in sorriso, la frustrazione in gioia di vivere.

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